Ripensando alle “piscine”
A cavallo degli anni 60 /70 le piscine erano ancora per noi ragazzi, abituati alle partite di strada o al massimo allo spelacchiato campetto dei frati, impianti ammirati solo durante le Olimpiadi in tv o nelle foto delle ville di qualche riccone di quei tempi. Si narrava di una piscina a Salsomaggiore, ma con acqua calda e da uno strano sapore, e la maggioranza di noi storceva la bocca solo a parlarne. Eppure, in quelle assolate estati della nostra giovinezza, il ghiacciolo all’anice o al tamarindo non bastava più a soddisfare il nostro desiderio di fresco. L’Arda, che era stata piscina e anche mare dei ragazzi più grandi, stava iniziando quel processo di inquinamento irreversibile che continua ancora ai giorni nostri ed era ormai impossibile pensare di rinfrescarsi in qualche “bucone” del torrente tra Cortemaggiore e Fiorenzuola come si faceva fino a pochi anni prima. Le alternative non erano molte, qualche cava della RDB , con un fondale viscido e torbido che a molti non piaceva, oppure i canali di irrigazione dalle parti di Polignano, con acqua fresca e limpida che scendeva dalla diga e che dava l’impressione ai noi ragazzi di nuotare in qualche torrente di montagna. Ricordo la partenza di spedizioni di ragazzi in bicicletta nei pomeriggi estivi e i tuffi e le nuotate in quei vasconi di cemento che ai nostri occhi erano meglio di Rimini o Riccione. E il ritorno a casa stanchi, bruciacchiati dal sole, ma soddisfatti per la giornata passata. Sinceramente non saprei dire quanto di pericoloso ci fosse in queste avventure, ma sicuramente la soglia del pericolo a quei tempi era molto diversa da quella dei giorni nostri…Poi, arrivarono le prime piscine private: il Colle e il Mondo Blu, con i primi “Ciao” o Garelli che trascinavano attaccati al braccio del guidatore i ragazzi in bicicletta ancora sprovvisti di motorino (tanto per restare in tema di pericolo..). E allora le spedizioni ai vasconi di Polignano sparirono in fretta così come erano iniziate e con questo anche un pezzetto della nostra gioventù.
Mario Cavalli